Il mondo rupestre

UN DIVERSO MODO DI STARE AL MONDO

Lo studioso Massimo Miglio ha definito la civiltà rupestre pugliese e lucana ‘un diverso sistema mentale'. Le grotte, trasformate in case o in cappelle affrescate di forma bizantina non furono un ripiego, non furono allestite per ovviare alla scarsità di mezzi propri. Ma costruiti per pensare un diverso spazio interno dove si vive e si prega, un nuovo rapporto tra il dentro e il fuori, tra il microcosmo domestico e l'universo: un'idea che non separa le due dimensioni ma le mette in comunicazione. Dentro, la tavola o l'altare cavati dalla pietra calcarea sottraendo e modellando la materia. Fuori, la stessa pietra distesa su un'infinita pianura mediterranea che non conosce nebbia ma luce tagliente, dove le forme sono nette e i colori forti come l'indaco del cielo, l'ocra e il rosso della terra e come nette sono le architetture rupestri e forti i colori del manto pittorico che le riveste, gli stessi indaco, ocra, terra.

L'architettura rupestre ripete il paesaggio e vi si confonde estremizzando l'idea costruttiva del Medioevo nell'Italia centro-meridionale: l'Italia dei paesi arroccati sui monti come roccia di monte. A Matera, i Sassi si identificano nella gravina che li guarda di fronte: un grappolo tellurico di frantumi e spaccature come un rilievo ferito da un meteorite. A Fasano, come anche a Monopoli ed Ostuni, il tema di questa assimilazione alla natura in cui l'uomo non impone il suo segno ma lo plasma nelle sue forme naturali, è un altro. È l'orizzonte sconfinato e le cesure che lo scandiscono con gli ulivi, i muretti a secco, i cumuli di massi, le rotondità della pietra, le pieghe di avvallamenti e doline, i solchi e i cigli di lame. Ma anche con la linea continua, lo spigolo, la curva: sono le parole chiave del lessico rupestre nella Puglia centrale.

In Puglia, i rimandi tra i due mondi - rupestre ed urbano - sono fitti e sistematici. Le case e le cappelle nelle grotte non solo condividono col paesaggio la materia e la luce, ma pure una serie di precise forme costruttive evidenti nelle somiglianze con i trulli in alcuni tratti dell'aspetto esterno e nell'articolarsi degli spazi interni. Le cupole delle chiese nella roccia richiamano, nella comune ispirazione greco-bizantina, un modulo ripetuto e variato continuamente in tutta l'area, tra edifici di culto, volte e coperture di case, ricoveri di greggi, depositi. Le affinità sono anche psicologiche e di cultura materiale: nel mondo rupestre agisce la stessa tensione all'acqua che si osserva tra campi e masserie che produce l'ingegnosa semplicità dei sistemi di raccolta, la ricerca assidua delle falde, la tecnologia di pozzi e canali.

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Insediamenti rupestri

 
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